a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z

Carlo Luca Pozzi

Pozzi Carlo Luca
Stuccatore e scultore

nato il 19.10.1734



Bruzella
(Padre: Francesco; madre: Orsola Petondi;
fratelli: Giuseppe; Domenico)
°° 1765 Anna Maria Pozzi di Morbio sup.
morto il 20.01.1789 Castel San Pietro

Domenico Pozzi, ritratto del fratello Carlo Luca Pozzi
Da: Johann Kaspar Füssli, Geschichte der besten Künstler in der Schweiz, vol. 4, Orell, Zürich 1774

Carlo Luca Pozzi è stato uno stuccatore e scultore, che con le sue statue e i suoi rilievi ha decorato un gran numero di castelli e chiese in Germania meridionale, Svizzera e Italia. La sua opera costituisce un esempio particolarmente significativo del cambiamento del gusto artistico, che si verificò attorno agli anni 1765-1770 in tutta Europa, passando dal leggero e festoso Rococò alle severe linee del Neoclassicismo. Nelle seguenti opere, appositamente selezionate, si potranno distinguere le caratteristiche che contraddistinguono questi due stili.

Origini e formazione

Carlo Luca Pozzi è cresciuto, per così dire, con l'arte. Anche suo padre, Francesco Pozzi, era uno stuccatore (v. la sua biografia su questo sito) e sua madre, Orsola Petondi, era figlia di un architetto. A 12 anni, terminata la scuola elementare a Bruzella, un piccolo paese della Valle di Muggio vicino al confine con l'Italia, suo padre lo portò con sé in Germania meridionale, dove si trovava già suo fratello Giuseppe, di due anni più grande, che frequentava la scuola del posto. Si trattava, in verità, di un'ottima scuola: il ginnasio dell'abbazia di Obermarchtal, che era a quel tempo il monastero più ricco dell'area posta a nord del lago di Costanza.

Veduta dell'abbazia di Obermarchtal, 1771

Veduta dell'abbazia di Obermarchtal, 1771
In: Sebastian Sailer: Das jubilierende Marchtal, Obermarchtal 1771

Tra il 1749 e il 1751 Francesco Pozzi era, infatti, impegnato nella decorazione degli ambienti del monastero, tra cui lo splendido refettorio. Così i suoi figli non solo potevano apprendere la lingua tedesca e una buona cultura generale, ma anche, direttamente in cantiere, il mestiere di stuccatore. E tutto ciò nel periodo di massimo splendore del cosiddetto stile Rococò, che si sarebbe spento bruscamente intorno al 1770.

Opere in stile Rococò

Concluso il ginnasio e l'apprendistato nel 1755 ca., Carlo Luca seguì le orme di suo padre, accompagnandolo dapprima in Ticino. Il loro ritorno in patria fu dovuto al fatto che l'architetto con cui Francesco Pozzi aveva collaborato per circa vent'anni, Johann Kaspar Bagnato, era malato, e lo stesso Francesco, dopo tanti anni in giro per l'Europa, aveva il desiderio di una residenza stabile. In realtà, a Castel San Pietro possedeva diverse case, fra cui quella che poi lasciò a Carlo Luca.

Chiesa parrocchiale di Sant'Eusebio, Castel San Pietro, 1757-1759
Francesco Pozzi si offrì di decorare il nuovo coro della chiesa parrocchiale, appena realizzato. Mise a frutto nell'opera tutta la sua abilità, eseguendo fastosi ornamenti sulle pareti e per le cornici dei dipinti in stile Rococò, del tutto affine a quello dispiegato in Germania meridionale. Carlo Luca, invece, mostrò maggiore interesse per le rappresentazioni figurative. A lui si devono, infatti, i rilievi dei quattro Evangelisti sulla volta.

L'apostolo Matteo, rilievo in stucco nella chiesa parrocchiale di S. Eusebio

Carlo Luca Pozzi,
L'apostolo Matteo,
rilievo in stucco
nella chiesa parrocchiale
di S. Eusebio
a Castel San Pietro (CH),
1757-1759

Come si vede, gli stucchi hanno urgente bisogno di restauro: non vengono puliti da più di 250 anni e alcune parti non sono più integre.

Negli stessi anni in cui si occupava dell'apparato decorativo della chiesa di S. Eusebio, Carlo Luca realizzò probabilmente anche il seguente rilievo parietale in una casa posta nelle vicinanze, che apparteneva alla famiglia Magni.

Rilievo parietale in casa Gabaglio a Castel San Pietro (CH)

Rilievo parietale in casa Gabaglio a Castel San Pietro (CH), attribuito a Carlo Luca Pozzi, 1757-1759 ca.

Committente dell'opera fu Carlo Magni, figlio dello stuccatore Giovanni Pietro Magni (v. la sua biografia su questo sito), che era avvocato e lavorava nell'amministrazione statale di Milano. Sua moglie Rosa, nata nel 1700, apparteneva alla famiglia patrizia dei Torriani (già Della Torre), da lungo tempo residente a Mendrisio. Fino alla fondazione del Canton Ticino nel 1803, molti membri di questa famiglia si distinsero come balivi (funzionari amministrativi) o ricoprirono alte posizioni come avvocati ed ecclesiastici. Pertanto, l'edificio che si vede in primo piano nel medaglione, potrebbe essere il palazzo di famiglia di Mendrisio, costruito tra il 1715-1720 da Aurelio Nicolò Torriani (1691-1723, fratello di Rosa Magni?), l'attuale Palazzo Pollini; a sinistra, vi sarebbe raffigurata la sede originaria della famiglia, il leggendario castello, di cui sopravvivono soltanto il portale di ingresso e la chiesa privata di S. Sisinio con il cimitero Torriani, e in alto a destra l'eremo di San Nicolao, situato su un ripido pendio a strapiombo su Mendrisio. La scena potrebbe quindi essere dedicata alla memoria del fratello della padrona di casa, prematuramente scomparso.

Il rilievo, che occupa la parte centrale di una delle pareti del salone di casa Magni, può essere attribuito a Carlo Luca Pozzi per le affinità stilistiche riscontrabili con le opere successive di Arlesheim e, in particolare, del nuovo castello di Meersburg, tutte appartenenti alla tarda fase dello stile rococò. Inoltre, per l'affidamento dell'incarico potrebbero aver giocato un ruolo non secondario le relazioni di parentela esistenti da diverse generazioni fra le famiglie Magni e Pozzi: per esempio Rosa Magni-Torriani nel 1730 fu madrina di battesimo della sorella di Carlo-Luca, Zefferina Pozzi.

La cattedrale di Arlesheim nei pressi di Basilea, Svizzera, 1759-1761
Morto Johann Kaspar Bagnato nel 1757, il figlio Franz Anton gli succedette come architetto dell'Ordine Teutonico, procurandogli incarichi dalla cerchia della nobiltà e del clero.
Già dal 1759 gli era stata affidata la ricostruzione della cattedrale di Arlesheim e del castello di Meersburg sul lago di Costanza. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se per la decorazione degli interni con stucchi e affreschi, ricorresse ai collaboratori di suo padre già collaudati, cioè Francesco Pozzi e il pittore Giuseppe Appiani di Porto Ceresio (I) sul Lago di Lugano.

Cattedrale di Arlesheim (CH)

Cattedrale di Arlesheim (CH) con stucchi di Francesco, Giuseppe e Carlo Luca Pozzi, 1759-1761

Sorse così un ampio spazio inondato di luce, che Francesco, nell'arco di tre anni assieme ai suoi figli Giuseppe (1732-1811) e Carlo Luca, rivestì di stucchi, candidi ed eleganti.

Cattedrale di Arlesheim, organo Silbermann e stucchi di Francesco

Cattedrale di Arlesheim, organo Silbermann e stucchi di Francesco, Giuseppe e Carlo Luca Pozzi, 1759-1761

Castello Nuovo di Meersburg, 1761-1764
Fu sempre la conoscenza di lunga data con gli architetti Johann Kaspar Bagnato (1696-1757) e suo figlio Franz Anton (1731-1810) che procurò a Carlo Luca l'incarico di eseguire l'apparato decorativo del Castello Nuovo di Meersburg sul Lago di Costanza. Già tra il 1734 e il 1740 Johann Kaspar Bagnato aveva seguito la costruzione degli edifici del principe-vescovo di Costanza, e Francesco Pozzi, suo vice, oltre che stuccatore, nel 1740 aveva disegnato le planimetrie di tutti gli ambienti del vecchio castello, che si conservano nell'archivio del castello di Zeil nella Germania meridionale (Fürstlich Waldburg-Zeil'sches Archiv).

Pertanto, quando nel 1759 Franz Anton Bagnato ebbe l'incarico di ricostruire il castello, fu naturale affidarne la decorazione in stucco al figlio di Francesco Pozzi, Carlo Luca, che già nei lavori a Castel San Pietro e nella cattedrale di Arlesheim si era fatto notare come artista autonomo.

L'architetto Franz Anton Bagnato con la sua famiglia

L'architetto Franz Anton Bagnato con la sua famiglia, 1781 ca.
Pittore anonimo

Essendo, inoltre, Franz Anton Bagnato contraente generale dei lavori, aveva la facoltà di scegliere personalmente i suoi collaboratori e di stipulare i contratti.

Castello di Meersburg, facciata sul Lago di Costanza

Castello di Meersburg, costruito dal 1712 in diverse fasi, facciata sul Lago di Costanza

Soltanto per gli affreschi delle volte e delle pareti fu lo stesso principe-vescovo Franz Konrad von Rodt (reg. 1750-1775) a designare l'artista, scegliendo il pittore di corte di Magonza, Giuseppe Appiani (1706-1785) di Porto Ceresio sul Lago di Lugano. Si trattava comunque di una conoscenza di lunga data della famiglia Pozzi, essendo stato il primo maestro di Domenico, il fratello minore di Carlo Luca, che più tardi sarebbe diventato un ritrattista di successo.

Ritratto del principe-vescovo Franz Konrad von Rodt

Giuseppe Appiani,
Ritratto del principe-vescovo
Franz Konrad von Rodt,
affresco sulla volta
nel Castello Nuovo di Meersburg,
1762 ca.

Negli anni 1761-1764 Carlo Luca decorò in particolare le sale di rappresentanza del primo e del secondo piano con eleganti stucchi, dedicati a temi differenti: caccia, navigazione, ore del giorno e stagioni, piaceri come la musica e il teatro, virtù cardinali, tutti realizzati in forma di delicati rilievi, secondo la moda del momento.

Sapientia, dettaglio della decorazione in stucco nella camera delle udienze

Carlo Luca Pozzi,
Sapientia,
dettaglio della decorazione
in stucco nella camera
delle udienze,
castello di Meersburg (D),
1761-1762

A fornirgli ispirazioni per gli ornamenti furono le incisioni degli artisti francesi, come Jean Bérain e Pierre Lepautre, pubblicate ad Augusta, mentre per le scene a rilievo Carlo Luca si rivolse ai dipinti di Antoine Watteau (1684-1721), che venivano anch'essi diffusi attraverso le incisioni.

Il mattino, rilievo in stucco nell'anticamera all'appartamento del principe-vescovo

Carlo Luca Pozzi, Il mattino, rilievo in stucco nell'anticamera all'appartamento del principe-vescovo, 1760-1762

Il Castello Nuovo di Meersburg è stato completamente restaurato fra il 2008 e il 2012 e adesso è nuovamente aperto al pubblico.

Transizione dal Rococò al nuovo stile del Neoclassicismo

Tra il 1765 e il 1769 il gusto e lo stile di Pozzi mutarono in linea con la trasformazione che si verificò in tutta Europa. Gli architetti e gli artisti non traevano più la loro ispirazione dalle figure barocche in movimento e dagli aggraziati e sinuosi ornamenti come avveniva per il Rococò, ma dagli antichi Greci e Romani con i loro templi lineari e le statue in pose naturali e classiche. Il nuovo stile assunse nomi differenti: Neoclassicismo in Italia, Klassizismus in Germania, néo-classicisme ed Empire in Francia, Regency in Inghilterra.

Cattedrale di S. Orso e S. Vittore, Soletta, 1769-1771
Dopo una lunga fase di preparazione, nell'aprile del 1769 Francesco Pozzi e suo figlio Carlo Luca giunsero assieme a dieci collaboratori nella città di Soletta per la decorazione in stucco della cattedrale costruita dall'architetto Gaetano Matteo Pisoni di Ascona e per erigervi altari in marmo.

Cattedrale di S. Orso e S. Vittore a Soletta

Cattedrale di S. Orso
e S. Vittore a Soletta,
costruita da
Gaetano Matteo Pisoni,
1767-1770

Francesco Pozzi aveva ormai già 65 anni e il suo contributo si limitò pertanto alla fornitura del marmo, tra cui quello dell'altare maggiore, costituito da ben 16 tipi di marmi italiani differenti. Il figlio Carlo Luca diresse, invece, i lavori di stucco poiché nel 1765 suo fratello maggiore Giuseppe era stato nominato stuccatore di corte a Mannheim ed era preso dalla decorazione del castello cittadino.

La decorazione delle volte si conformò già al nuovo stile: sorprendenti appaiono le linee più severe, gli ornamenti a forma di rosette poste entro i cassettoni, le fasce entro cui sono circoscritte le decorazioni, in sostituzione dei rigogliosi racemi fioriti fino ad allora realizzati.

Cattedrale di S. Orso e S. Vittore a Soletta (CH)

Cattedrale di S. Orso e S. Vittore a Soletta (CH), stucchi di Carlo Luca Pozzi, 1769-1771

Quasi vent'anni dopo Pozzi ritornò nuovamente a Soletta per porre sull'altare maggiore una gloria di angeli, che sorreggono un reliquiario.

Gloria di Angeli (part.) nella cattedrale di S. Orso e S. Vittore

Carlo Luca Pozzi,
Gloria di Angeli (part.) nella
cattedrale di S. Orso e S. Vittore,
Soletta (CH),
1790-1791

Carlo Luca Pozzi come scultore

Conclusi i lavori a Soletta nel luglio del 1771, ritroviamo Carlo Luca in Germania, Francia, Italia e in Svizzera. Sempre più spesso si cimentò nella modellazione di statue a grandezza naturale. Si potrebbe supporre che apprendesse le competenze tecniche necessarie nella nuova accademia d'arte di Mannheim, che aprì ufficialmente i battenti nel 1769 e in cui si stava raccogliendo una grande collezione di sculture. Proprio a Mannheim, infatti, si era trasferito, come già ricordato, il fratello Giuseppe, che già dal 1765 come stuccatore di corte del principe elettore Carl Theodor von der Pfalz aveva ottenuto numerosi incarichi, alla cui esecuzione aveva coinvolto anche Carlo Luca.

La chiesa di S. Luigi a Saarbrücken, 1773-1775
Le prime statue note di Carlo Luca sono dieci cariatidi (figure femminili), che sostengono il matroneo al posto delle colonne.

Cariatidi nella chiesa di S. Luigi, Saarbrücken (D)

Carlo Luca Pozzi,
Cariatidi nella chiesa di S. Luigi,
ricostruite dal restauratore
Karsten Püschner dal 1987

Cariatidi nella chiesa di S. Luigi, Saarbrücken (D)

Carlo Luca Pozzi,
Cariatidi nella chiesa di S. Luigi,
ricostruite dal restauratore
Karsten Püschner dal 1987

La chiesa di S. Luigi fu distrutta fin dalle fondamenta nell'ottobre del 1944 da un attacco aereo. Dopo la sua ricostruzione, nel 1987 sulla base di vecchie fotografie si iniziò anche la realizzazione delle dieci cariatidi.

Il castello di Schwetzingen presso Mannheim, 1776-1778
Assieme al fratello Giuseppe, Carlo Luca lavorò nel castello di Schwetzingen, dove il principe elettore Karl Theodor von der Pfalz, che risiedeva a Mannheim, vi trascorreva i mesi estivi. Qui potete dare un'occhiata al Tempio della Botanica, che si trova nel parco del castello. Carlo Luca decorò la cupola, tra cui i medaglioni con i segni dello zodiaco e quattro ritratti di famosi botanici.

Cupola del Tempio della Botanica nel parco del castello di Schwetzingen

Carlo Luca Pozzi,
cupola del Tempio
della Botanica
nel parco del castello
di Schwetzingen, 1778

Ritratto del botanico Joseph Pitton de Tournefort

Carlo Luca Pozzi,
Ritratto del botanico
Joseph Pitton
de Tournefort (1656–1708)

Un nuovo capitolo della sua carriera iniziò con il rientro di Carlo Luca in Ticino, precisamente a Castel San Pietro, dove abitava sua moglie con quattro figlie ed un figlio. Anche qui non gli mancò certamente il lavoro, perché l'architetto Simone Cantoni di Muggio (1739-1818), che era, tra l'altro, parente della famiglia Pozzi, aveva urgentemente bisogno di artisti per la sistemazione degli interni dei suoi edifici a Genova, Milano e Como.

Palazzo Ducale di Genova, 1778-1783

Palazzo Ducale di Genova

Palazzo Ducale di Genova, costruito da Simone Cantoni 1777-1783

Dopo l'incendio che distrusse nel 1777 l'antico palazzo dei Dogi, Simone Cantoni ottenne l'incarico di realizzare un nuovo edificio in stile neoclassico. Per la decorazione degli interni impiegò una schiera di artisti ticinesi, tra cui Carlo Luca Pozzi, che ornò con rilievi e statue le pareti e le volte della Sala del Maggior Consiglio e di quella del Minor Consiglio. Ecco di seguito la volta della prima sala, riccamente ornata con le 25 cariatidi disposte sulla cornice in stucco, in corrispondenza delle colonne sottostanti.

Sala del Maggior Consiglio nel Palazzo Ducale di Genova

Carlo Luca Pozzi,
Decorazione della volta
con rilievi e con 25 cariatidi,
Sala del Maggior Consiglio
del Palazzo Ducale di Genova,
1782-1783 ca.

Dettaglio delle statue in stucco e dei rilievi nella Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova

Carlo Luca Pozzi, Dettaglio delle statue in stucco e dei rilievi nella Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova, 1782-1783

Dal restauro del 1992 vi si svolgono mostre, concerti e manifestazioni culturali.

Intermezzo francese, 1785-1788
Durante questi quattro anni Carlo Luca Pozzi lavorò in numerosi monasteri, che però furono tutti venduti o distrutti dopo la Rivoluzione francese del 1789. Quindi ci si deve accontentare di leggere la triste storia di queste abbazie un tempo famose.

Nell'Archivio di Stato di Bellinzona si conserva l'attestato di congedo dell'aprile 1788 (relativo ai lavori svolti nel monastero di Valroy). Vi si afferma, tra l'altro: Charles Pozzi, scultore in stucco, ha lavorato nella nostra abbazia nell'arco di un anno. Ha decorato la nostra chiesa, due cappelle e due mausolei con statue, tra cui un'Ascensione della Vergine, così come con ghirlande e trofei, la cui disposizione, armonia e perfezione testimoniano il grande talento nell'esecuzione ed un uomo geniale.

Villa Olmo a Como, costruita 1791-1794
Ritornato dalla Francia, Carlo Luca Pozzi lavorò nei dintorni di Castel San Pietro, dove abitava. A pochi km di distanza si trova villa Olmo che si affaccia sul Lago di Como, per la cui decorazione l'architetto Simone Cantoni, che abbiamo già incontrato a Genova, coinvolse i suoi amici: lo scultore Francesco Carabelli (v. la sua biografia su questo sito) e i due fratelli Pozzi, Carlo Luca e il pittore Domenico.

Villa Olmo a Como (I)

Villa Olmo a Como,
costruita da Simone Cantoni,
1782-1797

Carlo Luca realizzò numerosi rilievi e otto statue a grandezza naturale. Nella foto seguente si vede a sinistra Zeus, il padre degli dei, identificato dai suoi simboli: l'aquila, il globo e la folgore, e a destra sua moglie Era con il pavone.

Carlo Luca Pozzi, Le statue greche di Zeus e Era nel salone da ballo di Villa Olmo a Como (I)

Carlo Luca Pozzi, Le statue greche di Zeus e Era nel salone da ballo di Villa Olmo a Como (I), 1791-1794
Da: Cavadini, N.O., Simone Cantoni architetto, Electa, Milano 2003

Chiesa parrocchiale di San Giovanni a Morbio superiore, Ticino meridionale
Nella chiesa di Morbio superiore, dove era nata sua moglie Anna Maria, Carlo Luca realizzò quattro statue di santi a grandezza naturale e alcuni angeli di grandi dimensioni. Qui vediamo Agostino, Padre della Chiesa (354-430), e sua madre Monica (ca. 332-387).

S. Agostino e S. Monica

Carlo Luca Pozzi, S. Agostino e S. Monica, chiesa parrocchiale di Morbio superiore, Ticino (CH), 1790-1794 ca.

Anche nella chiesa di Sagno, vicino al confine con l'Italia, si conservano altre statue di Carlo Luca.

Le sue ultime opere note sono gli stucchi nel salone della casa di riposo Don Guanella a Castel San Pietro, tra cui un ritratto di suo padre Francesco e medaglioni con le Quattro Stagioni.

Ritratto di Francesco Pozzi, padre di Carlo Luca

Carlo Luca Pozzi,
Ritratto di Francesco Pozzi,
padre di Carlo Luca,
rilievo sul portale del salone
della casa di riposo
Don Guanella,
Castel San Pietro (CH)

E per finire, una Madonna in stucco, collocata nel 2015 di fronte alla sua abitazione, che oggi ospita la casa di riposo Don Guanella.

Madonna a Castel San Pietro (CH)

Carlo Luca Pozzi,
Madonna a Castel San Pietro (CH),
1800 ca.

Famiglia e impegno politico

Nel 1765 Carlo Luca sposò Anna Maria Pozzi, nata nel paesino confinante di Morbio Superiore. Ebbero 4 figlie, Teresa, Orsola, Rosa e Giuseppa, e un figlio, Francesco, nato nel 1772, che però non seguì le orme paterne. Quest'ultimo sposò Maddalena Perucchi di Maroggia, il cui padre Gaetano era stato direttore dei lavori nel cantiere di villa Olmo a Como. Il nipote di Carlo Luca, Gaetano, nato nel 1802, fu capitano di giustizia e sposò Teodolinda Torriani di Mendrisio.

Carlo Luca prese parte attiva agli eventi politici che portarono alla formazione del Canton Ticino negli anni 1798-1803. Ecco qui il suo passaporto, che gli consentiva di raggiungere Aarau per partecipare, come rappresentante dei distretti di Bellinzona e Lugano, alle sedute del Gran Consiglio Svizzero.

Passaporto per Carlo Luca Pozzi

Passaporto per Carlo Luca Pozzi, 1799, Archivio di Stato di Bellinzona (CH)

Dopo la fondazione del Canton Ticino, Carlo Luca diventò nel 1809 sindaco di Castel San Pietro.

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© U. Stevens 2015

Traduzione dal tedesco di M.F. Nicoletti

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